PointLess

«Dio non gioca a dadi» Albert Einstein

Un tavolo da gioco di dadi

1973

tecnica mista h 82 cm

78,5 cm x 4 ( =314 ) quadratura del cerchio

Dedicato a “Il caso e la necessità” di Jacques Monod

 

 

L’opera è dedicata a Jacques Monod, autore di 'Le Hazard et la Necessité' (‘Il caso e la necessità’) che vinse il premio Nobel per la Fisica nel 1971.

Non si può giocare con dadi bianchi.Einstein rispose alla teoria della meccanica quantistica con la celebre frase: “Dio non gioca a dadi”. Di contro, Mallarmè pensava che ‘un tiro di dadi non eliminerà mai il caso.’

Un dado senza punti (point) è senza scopo (pointless), come l'universo può anche sembrare che sia. Come ricordato successivamente da Steven Weinberg nel suo libro sulla nascita dell'universo “The First Three Minutes” (‘I primi tre minuti’), scrive: “Quanto più l'universo sembra comprensibile, tanto più sembra anche senza scopo (pointless)”.
Il gioco lega noi, esseri evoluti, agli animali ed è il motore dell’evoluzione. Da Charles Darwin in poi, la natura è apparsa come la grande giocatrice - a volte beffarda, a volte generosa - dalla cui passione per l’azzardo deriva ogni singola caratteristica di ogni essere vivente. L’evoluzione procede per errori nella trasmissione del corredo genetico da una generazione alla successiva; errori, tuttavia, che si rivelano le carte vincenti nel grande gioco dell’adattamento.